Si chiama Nuvaxovid, ma è stato già ribattezzato come il vaccino “diverso”, di fatto però il più tradizionale dei vaccini. Arriva in Europa il via libera al quinto vaccino per prevenire la COVID 19. Sarà presto disponibile, anche in Italia.
Di Gloria Ravegnini
Di cosa parliamo?
L’EMA ha concesso l’autorizzazione all’immissione in commercio condizionata per il vaccino di Novavax, chiamato Nuvaxovid (noto anche come NVX-CoV2373) per prevenire la CoViD-19 nelle persone dai 18 anni di età. Dopo il sì dell’EMA è arrivato anche il via libera della Commissione europea all’immissione in commercio condizionata per Nuvaxovid.
Nuvaxovid è il quinto vaccino raccomandato nell’UE1. È il primo vaccino a base di proteine e, insieme ai vaccini già autorizzati, sosterrà le campagne di vaccinazione negli Stati membri dell’UE.
Come funzionerà questo nuovo vaccino?
Novavax è un vaccino proteico che, a differenza dei vaccini a mRNA (Pfizer e Moderna) e di quelli a vettore virale (AstraZeneca e Johnson & Johnson), si basa su una tecnologia più tradizionale.
Il vaccino contiene la versione di una proteina che si trova sulla superficie del virus SARS-CoV-2 (la famosa proteina spike), che è stata prodotta in laboratorio (viene così identificata come “proteina spike ricombinante”). La formulazione contiene anche un “adiuvante“, una sostanza, chiamata Matrix-M, che aiuta a rafforzare la risposta immunitaria al vaccino.
Sostanzialmente, in seguito alla sua somministrazione, il sistema immunitarioidentifica la proteina contenuta nel vaccino come un corpo estraneo e pertanto produce difese naturali (anticorpi e linfociti T) contro di essa. Se, in seguito, la persona vaccinataentra in contatto con il SARS-CoV-2, il sistema immunitario riconoscerà la proteina spike sul virus e sarà pronto ad attaccarla.
Gli anticorpi e le cellule immunitarie possono proteggere dalla CoViD-19 lavorando insieme per uccidere il virus, impedirne l’ingresso nelle cellule del corpo e distruggere le cellule infette.
Quanto funziona?
Nuvaxovid offre un alto livello di protezionecontro la CoViD-19. I dati ad oggi disponibili hanno mostrato che il vaccino ha un’efficacia di circa il 90%.
I risultati derivano principalmente da due studi che hanno coinvolto in totale oltre 40.000 persone. Nel primo studio, circa due terzi dei partecipanti ha ricevuto il vaccino (contenente 5 μg di proteina spike ricombinante di SARS-CoV-2 adiuvata con 50 μg di Matrix-M) e agli altri è stato somministrato il placebo (una semplice soluzione salina); nell’altro studio, i partecipanti sono stati equamente divisi tra Nuvaxovid e placebo.
Il primo studio (NCT04611802)2, condotto in Messico e negli Stati Uniti, ha coinvolto circa 30.000 volontari e ha riscontrato che Nuvaxovid ha ridotto del 90,4% il numero di casi sintomatici di CoViD-19 e ha protetto il 100% dei pazienti da forme gravi e decessi, a partire da 7 giorni dopo la seconda dose. Un altro trial di fase 3 (EudraCT number, 2020-004123-16) condotto su oltre 14.000 volontari nel Regno Unito ha mostrato risultati simili, con un’efficacia complessiva dell’89,7%.3
Quanto dura la protezione da Nuvaxovid?
Al momento, come per tutti i vaccini ad oggi disponibili per prevenire la CoViD-19, non è noto quanto tempo duri la protezione data da Nuvaxovid. Le persone vaccinate negli studi clinici continueranno ad essere monitorate fino a 2 anni per raccogliere maggiori informazioni sulla durata della protezione.
Quali sono i rischi associati a Nuvaxovid?
Gli effetti indesiderati più comuni osservati a seguito della vaccinazione con Nuvaxovid sono quelli che normalmente sono associati anche con le vaccinazioni più comuni come quella contro l’influenza.
Questi sintomi, lievi o moderati, includevano mal di testa, nausea (sensazione di malessere) o vomito, dolore muscolare e articolare, dolorabilità e dolore al sito di iniezione, stanchezza e malessere. Tra gli effetti indesiderati non comuni (hanno interessato meno di 1 persona su 100) sono stati osservati linfonodi ingrossati, pressione alta, eruzioni cutanee, arrossamento della pelle, prurito al il sito di iniezione e eruzione cutanea pruriginosa.
Come sarà somministrato?
Nuvaxovid sarà somministrato tramite due iniezioni, di solito nel muscolo della parte superiore del braccio, a distanza di 3 settimane.
Possiamo dire che Nuvaxovid è più simile ai vecchi vaccini?
Nuvaxovid si basa su una metodologia conosciuta da tempo e già impiegata per altre vaccinazioni come quella per l’epatite, pertosse e papilloma virus. Infatti è basato sulla tecnologia delle proteine ricombinanti o anche detta a “subunità proteiche” che contiene cioè frammenti purificati dell’agente patogeno che poi innescano la risposta immunitaria.
Essendo basato su un meccanismo ormai caratterizzato e studiato da tempo, la speranza è che Nuvaxovid possa essere accettato meglio anche dalle persone che hanno mostrato esitazione nei confronti dei nuovi vaccini a mRNA e possa quindi favorire un incremento del tasso attuale di vaccinazione.
Riferimenti sitografici:
1 https://www.ema.europa.eu/en/news/ema-recommends-nuvaxovid-authorisation-eu
2https://www.nejm.org/doi/full/10.1056/NEJMoa2116185
3https://www.nejm.org/doi/full/10.1056/NEJMoa2107659?query=featured_home